La banda Bassolino, molto più simile a bande camorristiche reali che alla Banda Bassotti, seppure ridimensionata non si è ancora sciolta. Ha, evidentemente, ancora interessi da difendere o lotte da portare avanti che nulla hanno a che fare con la politica o con il Partito Democratico ( partito democratico e politica sono abbastanza distanti tra loro) ma solo con la gestione di affari personali. Intanto al Comune la Valente prima lascia e poi,trombata, rientra in giunta; mentre una bassoliniana doc, già commissario della ASL Na 1, prima di essere cacciata da Caldoro, si trova un posticino in una partecipata del comune. Insieme ad altri disoccupati della sinistra. E’ in questo modo, con e per queste pratiche, che perderemo anche le prossime elezioni comunali. Perchè tante persone perbene, tanti compagni, non andranno a votare per questa gente e la destra camorristica vincerà. Ma tant’è….
Archive for luglio 2010
La banda Bassolino
Posted in camorra, morale pubblica, partito democratico, resistenza, sinistra on 7 luglio 2010| Leave a Comment »
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“Odio gli indifferenti”
Odio gli indifferenti.
Credo che vivere voglia dire essere partigiani.
Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.
L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.
E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza.
Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.
Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto ad ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.
E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta già costruendo.
E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'é in essa nessuno che stia dalla alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.
Vivo, sono partigiano.
Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci
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