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Posts Tagged ‘Veltroni’

Referto di un’assemblea tenuta troppo a caldo

Ieri, mercoledì 31 aprile 2010, assemblea con Paolo Ferrero nel salone della Federazione di Napoli di Rifondazione comunista. I posti a sedere consistono in due gruppi di sedie nere con schienale e sedile nero di tessuto acrilico che tiene caldo d’inverno ma non è di molto conforto nelle stagioni calde. Ciascun gruppo è formato di dieci file da quattro posti, quasi tutte occupate. C’erano insomma, se si calcolano anche gli occupanti di altre stanze e le persone in piedi, più di cento persone provenienti da tutta la Campania per ascoltare cosa avesse da dire il segretario nazionale di Rifondazione comunista e coordinatore della Federazione della sinistra.

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Tutto lo scandalo che in questi giorni sta investendo Berlusconi non va sottovalutato, per esempio dicendo che è un modo per nascondere la crisi.

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I. Vota comunista

È sempre la solita storia, bisogna convincere gli indecisi. Oggi è giovedì, domani finisce la campagna elettorale e in tanti si sono svegliati dal letargo, compreso Veltroni. Si vede che vuole essere espulso definitivamente dalla scena politica. Sarebbe interessante un sondaggio che misuri quanti punti percentuali costi ogni sua parola non tanto al suo partito – fosse così, affari loro – ma a tutta la sinistra.

Per esempio le gazzette pubblicano servizi su come voterà la gente che conta. E, chissà come mai, la preferenza degli intervistati si polarizza sempre sulle forze politiche del medesimo orientamento del giornale che pubblica la notizia.

È il momento insomma degli appelli tardivi, che vorrebbero dare il senso di mesi di lotta politica e nascondere, nel caso specifico italiano, un anno di errori e sbandamenti. (altro…)

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Dunque è vero: il Pd tratta col Pdl per una soglia di sbarramento alle Europee del 4%.

Si avverano tutti quei severi moniti coi quali, negli anni ’90, i membri di Rifondazione con posizioni più “estreme”, o semplicemente più conflittuali rispetto al Pds, venivano severamente redarguiti: di lì a qualche anno, ci dicevano, il Prc poteva addirittura scomparire, essere messo fuori legge. Ora che abbiamo messo in minoranza quei settori, fatti soprattutto di dirigenti, più inclini alla sudditanza nei riguardi del Partito democratico, scatta la rappresaglia di Veltroni.

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Poiché il consiglio comunale di Napoli e la sua giunta avevano approvato atti amministrativi che favorivano i disegni dell’imprenditore Romeo e degli amministratori che si sono mostrati proni alle sue volontà, e quasi metà dei consiglieri in carica ha avuto contatti con lo stesso Alfredo Romeo, benché al di fuori dei reati ipotizzati, la richiesta delle dimissioni del sindaco e di nuove elezioni è tutt’altro che priva di motivi.

E, tuttavia, il sindaco, ogni volta che è stato messo in condizione di rilevare le ingiustizie che sarebbero avvenute se si fossero favoriti gli interessi di Romeo, ha fatto in modo da revocare nomine e proposte, e così il consiglio comunale. Qui sta il nodo politico che va interpretato, nel decidere se il fatto di aver saputo correggere i propri errori possa essere la base per poter ripartire e se i consiglieri comunali sono estranei ad ogni collusione, nonostante abbiano sbagliato a votare certe delibere e abbiano preso troppo alla leggera contatti apparentemente amichevoli con alcuni settori imprenditoriali.

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(NOTA URGENTISSIMA PER GLI STUDENTI IN CERCA DI NOTIZIE SUL PRESIDENTE DEGLI USA: FATE ATTENZIONE, L’ARTICOLO E’ STATO SCRITTO A RIDOSSO DELL’ELEZIONE DI OBAMA , NEL NOVEMBRE 2008)

I. Acqua sul fuoco

Per adesso Barack Obama è solo il “presidente eletto” degli Stati Uniti d’America e non gli compete interferire con le decisioni che George Walker Bush potrà prendere ancora per altri due mesi e mezzo. Però tramite il suo partito può avere qualche peso sulle decisioni delle due Camere del Congresso statunitense per favorire l’approvazione di misure straordinarie per affrontare la crisi ed evitare che il numero di disoccupati aumenti oltre limiti socialmente tollarabili e che alcune grandi aziende (come la General Motors) rischino di chiudere.

Le prime dichiarazioni raccolte durante la conferenza stampa del 7 novembre sono improntate alla continuità istituzionale e a uno spirito di unità della nazione. Sulla recessione Obama propone l’approvazione di un «pacchetto di stimolo all’economia».

Bisogna andarci cauti con queste cose.

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